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lug 29Messo Mi piace da Francesca Cavallo

Le tue analisi sono molto interessanti. Io fortunatamente vengo da una famiglia che mi ha educato in modo poco tradizionale e sono stato abituato da sempre a mostrare le mie emozioni, a piangere in pubblico ecc. Mi sorprende e mi dispiace che molti non riescano a farlo. Ma siamo qui per aiutare a cambiare questa traiettoria giusto? Leggo in un commento dell’Antica Grecia. Verissimo. Io sto compiendo ricerche su questo tema per un mio progetto affine (affrontato dal punto di vista maschile ma con lo stesso ambizioso traguardo) e ho scoperto che la società più moderna e paritaria a livello di genere fu quella Etrusca. Nell’antica Grecia gli uomini è’vero che mostravano le loro emozioni, ma non brilllava per parità di genere. Poi dall’Impero Romano in poi prende il via quell’impronta patriarcale che durerà fino ai giorni nostri. Un evento che analizzo nel mio blog/libro ad esempio e’quello della vittoria di Achille su Ettore. Noi a scuola siamo abituati a studiare Achille come l’eroe per eccellenza, il pelide Achille, il tallone di Achille ecc. Ma da un punto di vista diverso, quanta tossicità e violenza gratuita (tipica della mascolinità tossica) c’è nello strazio del cadavere di Ettore, umiliato da morto e portato in giro dietro la biga a sfracellarsi e maciullarsi davanti alla folla per ribadire la superiorità ultraterrena di Achille. Ecco secondo me già dai libri di storia ci viene trasmessa una mascolinità violenta, fiera di atti che sono invece terribili.

Il percorso per cambiare il modo in cui vediamo anche i miti, oltre le fiabe, e’lungo. La narrazione tradizionale è permeata di tossicità e violenza. Grazie per questo spazio di condivisione e riflessione Francesca.🙏

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Grazie e benvenuto! Anche io sto studiando con interesse la figura di Achille, dal punto di vista del suo modo di vivere la guerra. Ne scriverò presto! Un abbraccio

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lug 25Messo Mi piace da Francesca Cavallo

Le favole che citi sono state scritte in un'epoca in cui queste convinzioni erano radicate e non messe in discussione, non mi stupisco di queste analisi, o meglio, non mi stupisco che siano state scritte in questo modo. Oggi se ne parla ma i comportamenti fanno una fatica a cambiare... Se piango lo faccio in privato perché sono un uomo e mi scoccia essere visto. Eppure sono qua a leggere. Ho comprato il tuo libro, mi interesso di questi argomenti, ma sono in un certo modo prigioniero della cultura in cui sono cresciuto.

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E noi siamo qui perché ci stiamo procurando le lame per segare le sbarre di quella prigione 💪🏼

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23 ore faMesso Mi piace da Francesca Cavallo

Ho sentito molti maschi dire di essere prigionieri della cultura patriarcale, di non riuscire a liberarsi. Forse più che sentirsi prigionieri, non si vuole perdere tutti i privilegi che questa cultura oppressiva da ai maschi.

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Credo che tu abbia ragione e che questa sia la ragione per cui le donne hanno avuto un incentivo maggiore a lavorare per prime alla loro liberazione!

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Beh, secondo me è normale. Se uno non vuole fare qualcosa, ne trova almeno 3 buoni motivi per giustificarsi, e questo è uno di quelli. Ma non credo di trovarli in una conversazione come questa, che tratta l'argomento. Chi si confronta è quantomeno sensibile al problema; la difficoltà è trovare il modo per parlare con loro ed essere ascoltati. Permettetemi questa similitudine: ma forse per parlare con i cinghiali ci vuole un linguaggio da cinghiale?

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gen 18Messo Mi piace da Francesca Cavallo

Diventiamo Quasimodi, diventiamo osceni! 😉 Grazie per questa analisi!

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Come darti torto!!! Grazie a te di leggere e di stare seduto con me intorno a questo fuoco. <3

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Molto interessante. I maschi delle favole si muovono come personaggi/maschere stereotipate. Se invece andiamo a rileggere alcuni miti della cultura greca, troviamo eroi che spesso e volentieri si abbandonano al pianto (Achille) o alla paura (Ettore), insomma alle emozioni, senza percepirsi (ed essere percepiti) come sminuiti nella loro mascolinità. Quando è avvenuto, nella cultura occidentale, questo blocco delle emozioni? Grazie se avrai voglia di approfondire questo spunto :-)

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Ciao Silvia! Lanci degli spunti interessantissimi. È verissimo che, nel campo del genere, consideriamo 'tradizionali' delle cose che non lo sono affatto e che moltissime differenze si sono esacerbate nella società post-industriale. Detto questo, è anche vero che Achille viene ucciso per l'unico punto vulnerabile nel suo corpo! Indago comunque lungo queste linee che indichi, davvero un bel rilancio! Grazie!

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gen 30Messo Mi piace da Francesca Cavallo

A questo proposito c'è un'interessante intervista condotta da Giacomo Poretti ad Alberto Penna: https://www.youtube.com/watch?v=hK5umeb2UaQ

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Esco OT dal contenuto (su cui sono totalmente d'accordo) per fare due incisi su due film Disney che adoro.

Il gobbo: ho trovato molto realistica la trattazione del suo personaggio, ma credo sia riduttivo dire che viene accettato solo dopo aver messo da parte i suoi sentimenti per Esmeralda, mai espressi a nessuno se non a sé stesso. In realtà tutto il tema del film è un elogio della diversità e Quasimodo ottiene l'accettazione del popolo lavorando con loro per liberarsi proprio dell'unico vero mostro che Parigi deve temere, Frollo. E lo fa proprio a fianco di Esmeralda e Febo: del secondo prova una naturale gelosia nonostante lui gli sia sempre di appoggio. Sentimenti umani che lo rendono uguale a tutti noi e che riuscirà a mettere da parte maturando come personaggio.

La Bella e la Bestia: con Belle la Disney inaugura una sfilza di personaggi femminili dirompenti e rivoluzionari, ma si perde nel finale. Se è vero che si innamora dell'uomo che è dentro al mostro, è anche vero che la donna che cantava "io voglio vivere di avventure" sceglie la vita di palazzo appena ne ha l'opportunità. Ma siamo ancora in fase di transizione: la piena maturità la Disney la raggiungerà con Jasmine, che si dimostra sveglia, coraggiosa e combatte al fianco del suo uomo capace anche di "sacrificarsi" (il bacio a Jafar per distogliere la sua attenzione è una scena scioccante). Chi ha seguito l'intera serie sa che lei sì che sceglie una vita di avventure assieme ad Aladdin prima di suggellare il tutto col matrimonio finale.

La cosa fantastica è che da Belle in poi le "principesse Disney" sono tutte donne che occupano un ruolo prioritario e paritario a fianco del protagonista maschile: non conta a chi sia intitolato il film, sono entrambi personaggi a tutto tondo che si scoprono e imparano l'uno dall'altra. Credo che la rivoluzione del rinascimento Disney sia stata proprio questa: che rispetto alle principesse delle fiabe sempre protagoniste, gli uomini arrivano con il loro carico di interiorità, desideri, ambizioni, ma anche fragilità e debolezze... Non sono certo i salvatori con l'armatura e la spada, anzi hanno spesso loro bisogno di essere salvati.

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Grazie del punto di vista Giuseppe! Concordo con te che Aladdin sia uno dei film più moderni di Disney! Anche perché Aladdin è incredibilmente giocoso e questo gli consente di esplorare se stesso e la sua compagna con maggiore libertà rispetto a personaggi più seri e compassati.

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