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Avatar di Mattia Settimelli

Le tue analisi sono molto interessanti. Io fortunatamente vengo da una famiglia che mi ha educato in modo poco tradizionale e sono stato abituato da sempre a mostrare le mie emozioni, a piangere in pubblico ecc. Mi sorprende e mi dispiace che molti non riescano a farlo. Ma siamo qui per aiutare a cambiare questa traiettoria giusto? Leggo in un commento dell’Antica Grecia. Verissimo. Io sto compiendo ricerche su questo tema per un mio progetto affine (affrontato dal punto di vista maschile ma con lo stesso ambizioso traguardo) e ho scoperto che la società più moderna e paritaria a livello di genere fu quella Etrusca. Nell’antica Grecia gli uomini è’vero che mostravano le loro emozioni, ma non brilllava per parità di genere. Poi dall’Impero Romano in poi prende il via quell’impronta patriarcale che durerà fino ai giorni nostri. Un evento che analizzo nel mio blog/libro ad esempio e’quello della vittoria di Achille su Ettore. Noi a scuola siamo abituati a studiare Achille come l’eroe per eccellenza, il pelide Achille, il tallone di Achille ecc. Ma da un punto di vista diverso, quanta tossicità e violenza gratuita (tipica della mascolinità tossica) c’è nello strazio del cadavere di Ettore, umiliato da morto e portato in giro dietro la biga a sfracellarsi e maciullarsi davanti alla folla per ribadire la superiorità ultraterrena di Achille. Ecco secondo me già dai libri di storia ci viene trasmessa una mascolinità violenta, fiera di atti che sono invece terribili.

Il percorso per cambiare il modo in cui vediamo anche i miti, oltre le fiabe, e’lungo. La narrazione tradizionale è permeata di tossicità e violenza. Grazie per questo spazio di condivisione e riflessione Francesca.🙏

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Avatar di Flavio Maria Chiesa

Le favole che citi sono state scritte in un'epoca in cui queste convinzioni erano radicate e non messe in discussione, non mi stupisco di queste analisi, o meglio, non mi stupisco che siano state scritte in questo modo. Oggi se ne parla ma i comportamenti fanno una fatica a cambiare... Se piango lo faccio in privato perché sono un uomo e mi scoccia essere visto. Eppure sono qua a leggere. Ho comprato il tuo libro, mi interesso di questi argomenti, ma sono in un certo modo prigioniero della cultura in cui sono cresciuto.

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