[Niente versione audio della newsletter oggi perché la scrivo dal treno. In compenso un pezzetto video del mio intervento ieri in Senato! Sono un po’ in ritardo perché con la connessione in treno il video ci ha messo un po’ a caricare.]
Nel corso della Storia, le donne hanno lottato per avere diritti che agli uomini sono stati garantiti da subito: il diritto di voto è l’esempio più lampante, ma se pensate che solo 40 anni fa le donne non potevano diventare magistrate, capite che la lista è molto lunga.
Non avendo accesso agli organi decisionali dei propri Paesi, le donne hanno dovuto chiedere agli uomini il diritto di voto, lottare duramente per conquistarlo, e sono ancora oggi nella condizione poco invidiabile di dover chiedere agli uomini il diritto di scelta su cosa fare del proprio corpo in caso di gravidanza.
Poiché storicamente gli uomini hanno sempre rappresentato una (spesso schiacciante) maggioranza nei vari Parlamenti, la lotta per i diritti delle donne si è spessissimo configurata come una lotta delle donne contro gli uomini.
Le donne dovevano chiedere, gli uomini potevano concedere.
Questa interpretazione del potere come dominio è il fulcro del sistema patriarcale, ed è alla radice della quasi totalità dei limiti sempre più evidenti di questo sistema di organizzazione della società.
Il tanto dibattuto tema delle “quote rose” altro non è che un tentativo (non perfetto, ma il più efficace trovato finora) di provare a correggere questa dolorosa stortura strutturale del sistema, un modo per consentire un esercizio condiviso del potere, principio che è una delle colonne portanti della democrazia.
Dichiarazioni incendiarie e come reagire
Dopo le elezioni, Nick Fuentes, un suprematista bianco americano di 26 anni, ha scritto su X celebrando il risultato delle elezioni americane:
Your body, my choice.
Che potremmo tradurre con “Il corpo è tuo, e lo gestisco io.”
Questa è la provocazione di un negazionista dell’olocausto, misogino, di estrema destra che trova una qualche forma di soddisfazione nello sventolare in faccia alle donne americane che temono la restrizione dei propri diritti durante la nuova amministrazione Trump la loro condizione di subalternità, di sudditanza.
È molto dura essere esposte a questo tipo di contenuti senza reagire.
E la reazione più immediata (nel senso di veloce e priva di mediazione) è la vendetta, la polarizzazione, la generalizzazione. “Vedete? Gli uomini sono contro di noi.”
Questa reazione è comprensibile, ma non è utile, né descrive la realtà per quella che è. Ne descrive un piccolo pezzo magari, ma è un pezzo molto più piccolo di quello che possiamo credere, e dobbiamo fare attenzione a non farlo apparire più grande di quello che è… perché in quel caso staremmo facendo il gioco dei provocatori privi di una bussola morale, come Fuentes.
Che cosa è successo ieri in Senato?
Reagire alle provocazioni mette nelle mani dei provocatori l’agenda del cambiamento. Elaborare in modo libero la nostra proposta alternativa, ci restituisce il potere.
Questo è lo spirito con cui ieri ho organizzato in Senato un incontro con senatori e deputati italiani, per ampliare i confini dei discorsi che facciamo qui ogni settimana.
L’uscita di Storie Spaziali per Maschi del Futuro
- lo avete preso? lo avete recensito su Amazon? Acquistarne una o più copie è uno dei modi in cui potete finanziare questo progetto indipendente -
così come la pubblicazione di questa newsletter mi hanno dato occasione di radunare intorno a questo progetto molti uomini che hanno un desiderio genuino, profondo, di progettare un mondo all’insegna dell’uguaglianza, e della parità.
Uno di questi uomini è stato il senatore del PD Filippo Sensi, che sul ruolo sociale del “maschio” e sul tipo di relazioni che l’interpretazione tradizionale di questa parola presuppone… si è interrogato molto.
Grazie alla sua complicità, ieri mattina nella sala Nassirya del Senato, abbiamo - credo per la prima volta nella Storia della Repubblica - parlato di come superare la cultura tradizionale del maschile per fare passi avanti nella lotta alla violenza.
La riflessione di fondo è molto semplice: abbiamo tutti un’immagine abbastanza chiara di come avremmo bisogno che fossero gli uomini intorno a noi.
Vorremmo che fossero capaci di navigare le proprie emozioni senza ricorrere a comportamenti distruttivi;
Vorremmo che ripudiassero la guerra e ogni forma di violenza;
Vorremmo che non si sentissero minacciati dalle donne libere con le quali lavorano, o con le quali stanno;
Vorremmo che fossero sicuri di sé;
Vorremmo che avessero un rapporto sano con il sesso e con le persone con cui scelgono di farli;
Eppure:
continuiamo a raccontargli che la loro vita emotiva è primitiva rispetto alla nostra (privando molti di loro della possibilità di sviluppare le capacità per riconoscere l’intero spettro delle proprie emozioni);
continuiamo a produrre armi giocattolo (non produciamo mica sigarette giocattolo… perché sappiamo che mimare il gesto di fumare non va bene per un bambino… ma evidentemente sparare sì);
continuiamo a dire ai bambini che non c’è nulla di più umiliante che perdere contro una femmina (contro le femmine si può solo vincere);
continuiamo a fargli sentire che se scelgono un indumento o un accessorio di un colore “sbagliato” hanno qualcosa di cui vergognarsi
lasciamo che sia la pornografia a insegnargli cosa sia il sesso
In altre parole, nei fatti, l’educazione che diamo ai maschi va in una direzione esattamente opposta rispetto agli obiettivi che dichiariamo.
Ieri, durante questo evento in Senato, il senatore De Cristofaro (Sinistra Italiana) ha parlato dell’importanza che l’educazione sessuoaffettiva nella scuola può avere per smantellare un pezzo di questo sistema tossico.
Il senatore Lombardo (Azione) ha parlato dell’importanza per gli uomini di occuparsi delle politiche legate alla parità, che deve essere vista come qualcosa che libera le donne quanto gli uomini.
Il senatore Scalfarotto ha parlato dell’importanza della parità sul piano della crescita economica del nostro Paese - della quale, com’è ovvio, beneficerebbero anche gli uomini.
L’on. Ricciardi (Movimento 5 Stelle) ha parlato dei progressi che abbiamo fatto rispetto alle generazioni precedenti, del viaggio alla scoperta del maschilismo che ognuno di noi ha interiorizzato, e della necessità di radicare la nostra azione politica e civile non nel passato, ma nel futuro.
L’incontro è stato moderato dalla giornalista di Will Silvia Boccardi, e in sala c’erano la senatrice Cecilia D’Elia, la senatrice Enza Rando, l’on. Lia Quartapelle, il TG3, il Messaggero e diversi altri giornalisti.
È stato bello. Importante, nuovo, per niente retorico… vivo.
Il ruolo degli uomini è questo: di essere in una interlocuzione viva con questo tema, anche se è difficile, anche se a volte ci si scontra, anche se capita di farsi male. E il ruolo delle donne? Beh, è lo stesso. Sta a noi come a voi essere strategici in ciò che scegliamo di imparare nel corso di questo viaggio: a chi conviene imparare dal tweet di un coglione che non c’è nulla da fare, che i maschi sono tutti abominevoli e che staremmo meglio senza?
E a chi conviene imparare che siccome una volta una mi ha offeso online allora che se ne vadano tutte a quel Paese, perché avete rotto e tanto non c’è modo di dirne una giusta?
Se cerchiamo nemici, nemiche… li troveremo.
Se cerchiamo alleati, alleate... li troveremo.
Diamo spazio alle alleanze più che alle divisioni, parliamoci di più e meglio, prendiamoci più cura di chi abbiamo intorno, facciamo pace dopo aver litigato, e insospettiamoci se ci scopriamo ad essere circondati solo da persone che la pensano esattamente come noi.
Vi abbraccio.
A giovedì!
Vediamoci di persona in Puglia!
Mi raccomando, avvisate i vostri amici e parenti pugliesi, mena me’!
Vediamoci di persona a Milano!
Il 23 Novembre al Teatro Litta per una lezione spettacolo su Maschi del Futuro. L’ingresso è gratuito e si prenota cliccando qui.
Vediamoci di persona a Firenze!
Il 24 Novembre alle 11.30 alla Casa delle Donne.
Vediamoci di persona a Roma!
Il 5 Dicembre alle 13.30 per una lezione spettacolo su Maschi del Futuro nel Teatro dell’Università Sapienza, durante il Festival Rewriters. L’ingresso è gratuito e ci si prenota cliccando qui.
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