Mia madre, al contrario, ha usato "Lo dico a tuo padre!" come deterrente per risolvere situazioni educative e di rapporti fra me e mio fratello che le stavano sfuggendo di mano (e in media erano il 99% dei casi, stante il modello educativo "Perché lo dico io e basta").
Sempre più spesso provo ad immaginare quei due ragazzi che sono stati i miei genitori , una donna ed un uomo totalmente privi di supporti per costruirsi, svilupparsi e viversi come "genitori", con nessuna esperienza affettiva e sessuale (informazioni ricavate centellinando 51 anni di frasi, racconti, aneddoti ecc) che hanno provato prima a fare il marito e la moglie all'inizio degli anni '70 e quasi subito dopo la madre e il padre. Con esiti, in entrambi i casi, pessimi.
Col tempo sto comprendendo che questa catena karmica, i cui esiti nefasti continuano ancora oggi, posso troncarla vedendo la loro totale, nuda ed assoluta umanità, senza sovrastrutture o analisi sociali, psicologiche ecc.; e accettando, non verbalmente o razionalmente ma nel profondo del cuore, dove tutto è incredibilmente più denso, contorto, contraddittorio e impenetrabile, che è andata così. E che, in definitiva, non saprò mai cos'hanno provato, sentito, vissuto ma di sicuro non erano pace, serenità, equilibrio, gioia, senso di supporto e amore sano. Tocca a me, adesso, coltivare queste qualità, non privarmene e non privarne anche loro :-)
Ciao Francesca, leggendoti non ho potuto far a meno di pensare a quanto ancora oggi in molti contesti se i patri vengono esclusi dal carico emotivo, allo stesso modo le madri sono spesso ignare della gestione economica e finanziaria della casa. Mi spiego meglio, io vengo da un contesto agricolo, un piccolo paese di campagna. Qui spesso, quando l'economia familiare ruota attorno ad un'attività gestita dagli "uomini di casa", le madri non hanno alcuna idea dell'andamento dell'attività o di eventuali problemi finanziari. È come se certi discorsi vadano fatti solo tra uomini. Ovviamente senza generalizzare, ma è un modello che ho visto più volte in pratica nel mio vissuto. Non so se può essere legato a quanto descrivi, o semplicemente l'altra faccia della medaglia.
É incredibile quanto una cosa che da piccoli reputavamo così normale (non lo diciamo a papà, un classico da sempre) nasconda così tanto. A casa mia lo si faceva "perché senó papà si arrabbia". E sono sicuro che mia madre davvero credesse fosse tutto li. Premesso che le arrabbiature di mio padre non le auguro a nessuno, l'effetto sortito in me é stata una paura enorme. E più, nell' illusione di proteggermi, si impediva all oggetto della mia paura di esistere, più la paura cresceva...
Complimenti anzitutto per la scelta del tema. Sarà che per una vita ho sentito mia madre dire "non lo dire al papà" o "non lo dico al papà", che ho apprezzato la newsletter prima ancora di leggerla. Sono d' accordissimo con tutto quello che hai messo in luce. Nel mio caso direi "papà è meglio che non lo sappia " nascondeva una disistima nei suoi confronti, perché mia madre lo reputava incapace di tenere il "segreto" . Così facendo però il fossato scavato è diventato duplice: uno fra mia madre e mio padre, l' altro fra lui e me/noi figli. Non giudico mia madre nè mio padre, ma senz' altro ho preso distanza da questo modello tossico di relazione. Grazie ancora Francesca.
Partendo da questo discorso, lo estenderei alla rappresentazione dei papà nella cultura popolare (poi magari è un tema già affrontato: sono iscritto da poco).
In breve: i papà sono degli idioti, nel migliore dei casi idioti che sanno aggiustare le cose o almeno idioti che portano a casa lo stipendio. Non solo dal punto di vista emotivo e relazionale ma anche solo come conoscenze di base per un adulto (gestione del conto in banca, relazione con la burocrazia, interazione con i vicini...).
Da Paperino a Homer Simpson (ma almeno i Simpson hanno l'attenuante di lavorare volutamente su stereotipi), passando per tutte le sitcom. Per non parlare delle battute nei discorsi tra amici e amiche: cose che a sessi invertiti farebbero gridare allo scandalo.
Ed è qualcosa di cui pagano le conseguenze anche le donne: se i padri sono degli idioti, allora è inevitabile che siano le madri ad occuparsi di tutto.
Ma paperino non ha figli! 🤣 Credo che ci sia un fondo di verità per quanto riguarda la gestione delle cose di casa da parte dei papà, di certo non del conto in banca, visto che il problema grosso è che nella cultura popolare gli uomini (papà o meno) sono rappresentati come gli unici a essere capaci di gestire il denaro.. cmq sui padri c’è un episodio su padri e vendetta che ti consiglio!
Mia madre, al contrario, ha usato "Lo dico a tuo padre!" come deterrente per risolvere situazioni educative e di rapporti fra me e mio fratello che le stavano sfuggendo di mano (e in media erano il 99% dei casi, stante il modello educativo "Perché lo dico io e basta").
Sempre più spesso provo ad immaginare quei due ragazzi che sono stati i miei genitori , una donna ed un uomo totalmente privi di supporti per costruirsi, svilupparsi e viversi come "genitori", con nessuna esperienza affettiva e sessuale (informazioni ricavate centellinando 51 anni di frasi, racconti, aneddoti ecc) che hanno provato prima a fare il marito e la moglie all'inizio degli anni '70 e quasi subito dopo la madre e il padre. Con esiti, in entrambi i casi, pessimi.
Col tempo sto comprendendo che questa catena karmica, i cui esiti nefasti continuano ancora oggi, posso troncarla vedendo la loro totale, nuda ed assoluta umanità, senza sovrastrutture o analisi sociali, psicologiche ecc.; e accettando, non verbalmente o razionalmente ma nel profondo del cuore, dove tutto è incredibilmente più denso, contorto, contraddittorio e impenetrabile, che è andata così. E che, in definitiva, non saprò mai cos'hanno provato, sentito, vissuto ma di sicuro non erano pace, serenità, equilibrio, gioia, senso di supporto e amore sano. Tocca a me, adesso, coltivare queste qualità, non privarmene e non privarne anche loro :-)
Ti abbraccio forte! E avanti tutta! Le strade che passano dal cuore valgono sempre la pena di essere percorse ❤️
Contraccambio l'abbraccio e ti ringrazio per questo spazio di condivisione (non so quanto voluto ma forse per questo ancora più prezioso )
Ciao Francesca, leggendoti non ho potuto far a meno di pensare a quanto ancora oggi in molti contesti se i patri vengono esclusi dal carico emotivo, allo stesso modo le madri sono spesso ignare della gestione economica e finanziaria della casa. Mi spiego meglio, io vengo da un contesto agricolo, un piccolo paese di campagna. Qui spesso, quando l'economia familiare ruota attorno ad un'attività gestita dagli "uomini di casa", le madri non hanno alcuna idea dell'andamento dell'attività o di eventuali problemi finanziari. È come se certi discorsi vadano fatti solo tra uomini. Ovviamente senza generalizzare, ma è un modello che ho visto più volte in pratica nel mio vissuto. Non so se può essere legato a quanto descrivi, o semplicemente l'altra faccia della medaglia.
É incredibile quanto una cosa che da piccoli reputavamo così normale (non lo diciamo a papà, un classico da sempre) nasconda così tanto. A casa mia lo si faceva "perché senó papà si arrabbia". E sono sicuro che mia madre davvero credesse fosse tutto li. Premesso che le arrabbiature di mio padre non le auguro a nessuno, l'effetto sortito in me é stata una paura enorme. E più, nell' illusione di proteggermi, si impediva all oggetto della mia paura di esistere, più la paura cresceva...
Complimenti anzitutto per la scelta del tema. Sarà che per una vita ho sentito mia madre dire "non lo dire al papà" o "non lo dico al papà", che ho apprezzato la newsletter prima ancora di leggerla. Sono d' accordissimo con tutto quello che hai messo in luce. Nel mio caso direi "papà è meglio che non lo sappia " nascondeva una disistima nei suoi confronti, perché mia madre lo reputava incapace di tenere il "segreto" . Così facendo però il fossato scavato è diventato duplice: uno fra mia madre e mio padre, l' altro fra lui e me/noi figli. Non giudico mia madre nè mio padre, ma senz' altro ho preso distanza da questo modello tossico di relazione. Grazie ancora Francesca.
Partendo da questo discorso, lo estenderei alla rappresentazione dei papà nella cultura popolare (poi magari è un tema già affrontato: sono iscritto da poco).
In breve: i papà sono degli idioti, nel migliore dei casi idioti che sanno aggiustare le cose o almeno idioti che portano a casa lo stipendio. Non solo dal punto di vista emotivo e relazionale ma anche solo come conoscenze di base per un adulto (gestione del conto in banca, relazione con la burocrazia, interazione con i vicini...).
Da Paperino a Homer Simpson (ma almeno i Simpson hanno l'attenuante di lavorare volutamente su stereotipi), passando per tutte le sitcom. Per non parlare delle battute nei discorsi tra amici e amiche: cose che a sessi invertiti farebbero gridare allo scandalo.
Ed è qualcosa di cui pagano le conseguenze anche le donne: se i padri sono degli idioti, allora è inevitabile che siano le madri ad occuparsi di tutto.
Ma paperino non ha figli! 🤣 Credo che ci sia un fondo di verità per quanto riguarda la gestione delle cose di casa da parte dei papà, di certo non del conto in banca, visto che il problema grosso è che nella cultura popolare gli uomini (papà o meno) sono rappresentati come gli unici a essere capaci di gestire il denaro.. cmq sui padri c’è un episodio su padri e vendetta che ti consiglio!
Ok sul resto ma, pur all'interno di una famiglia queer, se non è un padre Paperino allora non so proprio chi può esserlo 😂.
Grazie del consiglio: cercherò!