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mag 16Messo Mi piace da Francesca Cavallo

Vuoi perchè nella mia famiglia quando ero piccolo non c'è mai stata una passione per il calcio così manifesta, vuoi perchè non c'è proprio stato quell'indottrinamento padre -> figlio sul calcio, le squadre del cuore etc...ma a me del calcio non è mai fregato quasi nulla. Per bambino cresciuto negli anni '80 tra Maradona e Gullit non essere appassionato di calcio era come essere un parìa. E infatti io per un pò ho finto. Compravo le figurine dei calciatori come gli altri e ci giocavo e le scambiavo, ma solo per l'aspetto sociale che poteva garantirmi. Crescendo ho smesso di fingere. Dal mio punto di vista, aspetto sportivo a parte, il calcio e il tifo mi sembrano un qualcosa di identitario che permette di provare legittimamente determinate emozioni che altrimenti per gli uomini sarebbero poco consone in altri contesti. Mi fa sempre strano vedere qualcuno identificarsi così tanto con una squadra da poter dire "abbiamo vinto\ perso" come se il tifare dal divano di casa propria fosse stato un elemento decisivo. Come vedi non è che lo capisca proprio il calcio e tutto quel che ci gira intorno.

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Mi hai fatto riflettere su una cosa alla quale non avevo mai pensato prima d'ora, un elemento della mia gender queerness che non avevo considerato: anche io alla scuola elementare compravo le figurine dei calciatori e giocavo con i miei compagni maschi per sentirmi parte del loro mondo che mi 'chiamava' in qualche modo più di quello delle femmine. Nelle figurine avevo trovato un modo di sentirmi un po' maschio anche io.

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mag 17Messo Mi piace da Francesca Cavallo

Bella riflessione. È il bello di essere unici nel nostro essere e allo stesso tempo volerci sentire parte di qualcosa. L’importante è capire perché lo abbiamo fatto da ragazzi, e che dobbiamo rimanere sinceri verso noi stessi, e rimanere noi stessi con le nostre passioni e particolarità 🤗

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Infatti! Il punto nel conservare la nostra unicità - che in larga parte prescinde dal genere - è anche quello di avere diverse opzioni per sentire un senso di appartenenza. Non c'è nulla di male nel calcio, il problema sorge se viene presentato ai bambini come l'unico luogo in cui possono vivere un rapporto fisico con i propri amici, e un senso di appartenenza.

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Vedi e io questa cosa non la sapevo, evidentemente essendo femmina questo concetto non è stato registrato per niente quando ero più piccola. Però mi fa riflettere molto. Mi chiedo se anche in altre culture è la stessa cosa.

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"Bisogna innanzitutto avere presente come è nato e si è affermato questo sport, un tema già affrontato parlando del problema della cultura dello stupro nel football. Il calcio nasce nella seconda metà dell’Ottocento nel Regno Unito, all’interno delle public school, cioè scuole private conservatrici ed esclusivamente maschili, e in un contesto sociale in cui è particolarmente in voga l’ideologia della Muscular Christianity, che mescola assieme religione, patriottismo e un forte ideale di mascolinità e cameratismo. La diffusione di questo sport tra le masse, inoltre, avviene come reazione a un aumento dello spazio sociale delle donne, che iniziano ad appropriarsi sempre più spesso di ambiti prima esclusivamente maschili..." ti consiglio questo articolo su Valigia Blu se vuoi approfondire: https://www.valigiablu.it/calcio-omofobia/

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mag 17Messo Mi piace da Francesca Cavallo

Grazie per la risposta. Si infatti, ho un'idea come è nato il calcio, in UK hanno dato proprio una mini serie tv sulla nascita del calcio, e faceva vedere come era solo possibile giocare se parte dell'élite maschili delle scuole private. Però non avevo fatto il collegamento con appunto l'ideale di mascolinità e cameratismo. Ci do un'occhiata all'articolo, grazie mille!!!

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mag 30Messo Mi piace da Francesca Cavallo

Ho giocato a calcio da sempre, e piangevo quando finivo in panchina o venivo espulso. Ho allenato una squadra di calcio femminile, e piangevo quando facevamo tre passaggi di fila. Sono un papà di due bimbe piccole, e piango quasi sempre quando mi dimostrano il loro affetto senza volere niente in cambio. Sono una soluzione ecosostenibile alla siccità: io piango e non me ne vergogno.

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mag 21Messo Mi piace da Francesca Cavallo

Ho sempre amato giocare a calcio, mi ha sempre annoiato guardarlo (tranne la nazionale), sono andato allo stadio una volta e non mi è piaciuto, non ho mai capito il senso di identificarsi in una squadra e da ragazzino ho provato a iniziare qualche volta l’album delle figurine e mi sono sentito ‘diverso’ ed ‘escluso’ perché non mi interessava … nulla di particolarmente traumatico ma quantomeno fastidioso.

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Grazie Michele! Questo album delle figurine pensa te che importanza aveva - uno spartiacque! E non ci avevo mai pensato.

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mag 16Messo Mi piace da Francesca Cavallo

Per me molto importante, è stato bello giocarci fino a qualche anno fa e seguirlo tutt'ora, W el Fútbol

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