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Avatar di andrea_DC

Vuoi perchè nella mia famiglia quando ero piccolo non c'è mai stata una passione per il calcio così manifesta, vuoi perchè non c'è proprio stato quell'indottrinamento padre -> figlio sul calcio, le squadre del cuore etc...ma a me del calcio non è mai fregato quasi nulla. Per bambino cresciuto negli anni '80 tra Maradona e Gullit non essere appassionato di calcio era come essere un parìa. E infatti io per un pò ho finto. Compravo le figurine dei calciatori come gli altri e ci giocavo e le scambiavo, ma solo per l'aspetto sociale che poteva garantirmi. Crescendo ho smesso di fingere. Dal mio punto di vista, aspetto sportivo a parte, il calcio e il tifo mi sembrano un qualcosa di identitario che permette di provare legittimamente determinate emozioni che altrimenti per gli uomini sarebbero poco consone in altri contesti. Mi fa sempre strano vedere qualcuno identificarsi così tanto con una squadra da poter dire "abbiamo vinto\ perso" come se il tifare dal divano di casa propria fosse stato un elemento decisivo. Come vedi non è che lo capisca proprio il calcio e tutto quel che ci gira intorno.

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Avatar di Luca Gandini

Ho giocato a calcio da sempre, e piangevo quando finivo in panchina o venivo espulso. Ho allenato una squadra di calcio femminile, e piangevo quando facevamo tre passaggi di fila. Sono un papà di due bimbe piccole, e piango quasi sempre quando mi dimostrano il loro affetto senza volere niente in cambio. Sono una soluzione ecosostenibile alla siccità: io piango e non me ne vergogno.

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