Bonus #2: Lionello ad Arcobalenia
Una fiaba originale in onore del mese del Pride, per ampliare lo spazio in cui i bambini possono esprimere la propria mascolinità, liberandola da codici che reprimono e imprigionano
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Come promesso, oggi vi propongo una fiaba in tema con il Pride Month, per offrire ai bambini e alle bambine nelle vostre vite (inclusi quelli che vivono dentro di voi), una rappresentazione più ampia e coraggiosa dei modi in cui possiamo esplorare noi stess3.
Quando ho scritto questa fiaba, la mia intenzione era quella di dare il massimo risalto possibile alla curiosità con la quale i bambini possono esplorare se stessi e il mondo, senza vergognarsi, e senza temere il giudizio degli altri.
I maschi, purtroppo, fin dai primissimi anni vengono bloccati in questa esplorazione di sé da codici espressivi incredibilmente rigidi che generano una serie di paure molto difficili da superare quando si diventa grandi.
A prescindere dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere di ciascuno di noi, è importante sentire che possiamo avere accesso ad ogni parte di noi, che non c’è da avere paura delle soffitte, delle stanze inesplorate… perché è solo avendo il coraggio di esplorare noi stessi che possiamo essere integri, e vivere una vita allineata con i nostri valori e i nostri desideri. Buona lettura!
C’era una volta, in un paese piccolo piccolo sul pianeta Terra, un bambino molto curioso che si chiamava Lionello.
Lionello e i suoi fratelli vivevano in una grande e vecchia casa di legno in cima a una collina. La casa era circondata da un magnifico bosco, da un prato che si srotolava come un tappeto verso un lago chiarissimo, e da un bellissimo campo di girasoli… ma le avventure preferite di Lionello non erano né rotolarsi nel prato, né appostarsi nel bosco con i suoi fratelli per veder uscire i conigli dalle loro tane, né saltare dietro alle cavallette nel campo dei girasoli.
“Sei noioso Lionello!” gli diceva Gerardo, il suo fratello maggiore quando lui si rifiutava di seguirli nelle loro avventure.
“E sei anche bianco come un lenzuolo, vieni un po’ al sole!” gli faceva eco Pedro, il fratello minore.
Ma che poteva farci? Lionello amava esplorare quella vecchia casa, aprire tutti i cassetti, scovare oggetti che erano appartenuti alle sue nonne e inventare storie fantastiche per ciascuna di quelle incredibili scoperte.
Uno dei suoi posti preferiti era in realtà una stanza che ai suoi fratelli faceva molta paura, perché era buia, piena di polvere e ragnatele e con un pavimento scricchiolante che faceva sussultare a ogni passo: la soffitta. Era però anche il punto della casa in cui erano custoditi vecchi vestiti, gioielli, lampade, e perfino scarpe che erano appartenuti alle vecchie abitanti di quella casa. Lionello amava indossare quei vestiti, guardarsi allo specchio e sognare di essere la zia Ermellina o la nonna Vesta che lui non aveva neanche conosciuto, ma che gli avevano lasciato quel tesoro.
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