Bonus #1: Caschetto Giallo e il Lupo
Una riscrittura di Cappuccetto Rosso che non spaventa i bambini con i rischi della disobbedienza, ma promuove la compassione e lo spirito di avventura.
Buon sabato! Come promesso, ecco a voi il primo contenuto bonus di “Maschi del Futuro”, riservato soltanto a chi ha sottoscritto un abbonamento a pagamento. Vi ringrazio molto del vostro sostegno che è importantissimo per me e per la riuscita di questo progetto, e spero che questa versione anti-punitivista di ‘Cappuccetto Rosso’ piaccia a voi, e soprattutto ai vostri bambini!
Caschetto Giallo e il Lupo
C’era una volta una città in cui le persone e i lupi vivevano in armonia: i lupi avevano imparato a parlare la lingua degli umani, e gli umani ogni tanto ululavano nelle notti di luna piena. Umani e lupi si facevano scherzi, certe volte andavano a passeggio nei boschi insieme, e altre volte - invece - preferivano giocare a bowling.
In questa città era comune vedere una lupa che prendeva il treno, o un lupo che ordinava gli spaghetti al ristorante, così come vedere ragazze e ragazzi che si addentravano nel bosco prevedendo di starci per giorni, senza portarsi dietro neanche un panino, perché volevano godersi la vita selvaggia a contatto con la natura e la ricerca del cibo nelle foreste.
In questa città, viveva un piccolo skater, che tutti chiamavano “Caschetto Giallo” per via del bellissimo caschetto giallo che indossava ovunque andasse.
“Caschetto Giallo! Rallenta!” gli urlava la panettiera quando Caschetto Giallo passava come un fulmine davanti alla sua bottega, a bordo del suo skateboard tutto blu.
“Caschetto Giallo! Più veloce!” gli gridava dal balcone una bambina appena uscita dall’asilo quando lo vedeva lanciarsi dalla più ripida discesa della città.
“Caschetto Giallo! Caschetto Giallo! Caschetto Giallo…” tutti in città sapevano chi era quel bambino impavido che con le sue acrobazie incantava i bambini e terrorizzava gli adulti.
Un giorno, la adorata nonna di Caschetto Giallo si ammalò. E i papà di Caschetto Giallo gli dissero: “Sappiamo che non hai mai preso da solo il treno per andare dalla nonna, ma si tratta solo di tre fermate e ci siamo andati tante volte insieme. Ti andrebbe di provare ad andare per conto tuo?”
Caschetto Giallo aveva un po’ paura di prendere il treno da solo, così chiese ai suoi papà: “Dite che posso farcela?”
“Certo!” gli risposero loro.
Allora, i suoi papà gli misero nello zaino una bella bottiglia di succo di mirtilli, di cui la nonna andava ghiotta, una torta appena sfornata con banana, noci e cioccolata (che piaceva tanto a Caschetto Giallo) e una mappa in cui i papà avevano segnato con un pennarello rosso la loro casa, la stazione del treno, e la casa della nonna.
Caschetto Giallo superò il cancelletto rosso della sua casa e imboccò la strada per la stazione. Prima di svoltare alzò un braccio per salutare i suoi papà che erano un po’ felici e un po’ preoccupati, abbracciati sulla soglia e con la speranza che tutto andasse per il meglio.
La strada per la stazione era facile. Caschetto Giallo aveva dovuto girare alla prima a destra, e alla seconda a sinistra e poi… eccola là! Treni che entravano, treni che uscivano, valigie, una donna che correva tenendosi la gonna per saltare a bordo, un lupo che beveva un cappuccino lentamente e si puliva i baffi con calma perché era arrivato troppo presto, due ragazze che si abbracciavano, un bambino che faceva ciao con la mano da un finestrino, un’anziana che parlava al telefono, una lupacchiotta che guardava indecisa i panini nella vetrina di un bar… e perfino un gatto che - chissà come - si era arrampicato sull’insegna di un giornalaio che gli faceva segno di scendere agitando una rivista arrotolata.
Wow! pensò Caschetto Giallo. Che avventura!
Erano le 9.55, mancavano esattamente 15 minuti alla partenza. Era giunto il momento in cui i papà gli avevano detto di guardare il grande tabellone delle partenze: doveva scoprire qual era il binario dal quale sarebbe partito il treno che andava verso il paese della nonna. I papà avevano detto: cerca prima l’orario, e poi controlla il numero del treno, e poi guarda il binario.
Il treno per andare dalla nonna era quello che partiva alle 10:10. Quindi iniziò a scorrere con lo sguardo: 9:50, no. 9:55 no. 9:58, no. 10:01 no. 10.08, no. 10:10!!! Eccolo!
Adesso il numero del treno, per essere sicuri: 9708! Eccolo! Binario numero 10.
Mentre si avviava verso il binario, Caschetto Giallo notò che anche il lupo che beveva il cappuccino si era avviato nella sua stessa direzione.
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